Ci sono troppe tasse. Chi non ha mai sentito questa frase? Chi non ha mai pronunciato questa frase?
Chiariamo i termini. Le tasse sono prelievi diretti che lo stato preleva direttamente dalle tasche di ogni cittadino; le imposte sono prelievi indiretti che lo stato effettua senza il controllo diretto del cittadino.
Le tasse sono prelevate in seguito alla dichiarazione dei redditi
Le imposte sono prelevate tutte le volte che acquistiamo qualcosa, ad esempio l’Iva.
Le tasse sono specifiche per quella persona o azienda, le imposte sono uguali per tutti. Potremmo dire che le imposte indirette sono democratiche perché sono uguali per tutti, ma proprio qui sta la truffa.
Non c’è nulla di più ingiusto del trattare nello stesso modo persone differenti.
Al milionario non importa se il cibo costa il 22% in più a causa dell’Iva mentre per il disoccupato in cerca di lavoro quel 22% significa un prelievo pesante.
Nessuno è contento di pagare le tasse, soprattutto perché le considera ingiuste, vessatorie, ma è proprio così? È sempre così?
Da anni alcuni super ricchi americani, molti dei quali che si sono “fatti da soli”, hanno chiesto ai presidenti USA di poter pagare più tasse perché hanno tanti soldi che non sanno cosa farsene e perché vogliono aiutare chi ha bisogno a realizzare il Sogno americano, ma finora nessuno li ha ascoltati.
Quindi non è vero che le tasse sono sempre troppe, quanto devono essere?
La percentuale del prelievo fiscale presa da sola non significa nulla, va sempre rapportata al perché e a cosa si paga. Pagare il 10% senza servizi può essere troppo mentre pagare il 50% con uno stato assistenziale e razionale può essere poco.
Nella Svezia socialdemocratica degli anni ’50 la tassazione arrivava al 92% del reddito ma i cittadini erano contenti perché avevano tutti i servizi gratuiti: casa, scuole, trasporti, sanità, pensione, disoccupazione, asili, fondi per i figli, fondi per i separati… Durante il New Deal di F. D. Rooswelt la tassa per i ricchi era il 90%, e nessuno si lamentò perché i ricchi capivano che era l’unico modo per far ripartire l’economia e quel mondo che permetteva loro di essere ricchi. Negli anni ’50 in Italia esisteva l’Ige, l’Imposta Generale sull’Entrate, che era il 2%. Grazie a quel misero 2% di imposte l’Italia arrivò in dieci anni al miracolo economico. Nel 1971 l’Ige fu abolita e sostituita dalla neonata l’Iva, che all’epoca era il 6 %. Ora l’iva è al 22 % e stiamo filando verso un buco nero.
Tutto questo in uno stato non proprietario della moneta.
Uno stato che emetta moneta non ha bisogno dei soldi dei cittadini per operare perché li crea lui.
In uno stato monetariamente sovrano il prelievo fiscale serve a:
- obbligare i cittadini ad usare la moneta dello stato,
- indirizzare i consumi,
- ridurre i redditi troppo alti,
- controllare l’inflazione.
Perché in uno stato che emette moneta senza debito le imposte possono essere irrisorie, quasi nulle, perché non servono allo stato per mantenere sé stesso.
Una bella differenza! O no?
© Galileo Ferraresi, gennaio 2021