In Italia nessuno ne parla ma per l’Inghilterra è un evento che ogni inglese conosce: la battaglia di Hastings combattuta 950 anni fa, il 14 ottobre 1066, l’ultima volta che un esercito straniero mise piede in Inghilterra.
Da una parte erano schierati i residenti, gli angli e i sassoni, comandati da Harold II d’Inghilterra, in inglese Harold Godwinson, 44 anni circa, figlio di Godwin conte di Wessex, che da dieci mesi sedeva sul trono di Edoardo il Confessore.
Dall’altra c’è un normanno di 38 anni, il Duca Guglielmo il Bastardo, figlio di Roberto I di Normandia e di una tale Arletta che, a seconda degli storici, era figlia di un servitore, di un conciatore o di un preparatore di salme.
Vita di Guglielmo il Bastardo
Guglielmo era nato a Falaise, in Normandia, nel 1028. Nello stesso anno suo padre, Roberto, si era ribellato e aveva preso le armi contro suo fratello Riccardo III di Normandia ma lo scontro gli era andato male. Per salvare la pelle si era arreso e aveva giurato fedeltà al fratello ma subito dopo lo aveva fatto avvelenare e finalmente si era seduto sul trono di Normandia.
Sei anni dopo questi fatti Roberto, forse preso da uno scrupolo per aver ucciso il fratello, partiva per un pellegrinaggio a Gerusalemme affidando il figlio a quattro tutori. Sulla via del ritorno il buon Roberto si ammalò e morì improvvisamente a Nicea e il figlio Guglielmo, all’età di otto anni, divenne Duca di Normandia. Seguirono per una ventina d’anni avvelenamenti, complotti e battaglie in campo aperto tra i tutori e i parenti prossimi e lontani di Guglielmo per la conquista del trono che solo nel 1051 poteva considerarsi in mano al Bastardo. Nello stesso anno Guglielmo il Bastardo si recò in Inghilterra a far visita al cugino, re Edoardo il Confessore, e al suo ritorno in Normandia si disse sicuro che, in caso di morte, il trono di Edoardo sarebbe stato suo poi si sposò con la principessa delle Fiandre.
Il 5 gennaio 1066 moriva Edoardo il Confessore. Secondo la legge sarebbe dovuto diventare re Edgardo Atheling, nipote del fratellastro del defunto ma il conte di Wessex, Harold Godwinson, cognato del Confessore, si fece nominare re al suo posto. Sentendosi escluso da una corona che considerava sua Guglielmo il Bastardo decise di muovere contro quello che considerava un usurpatore; armò un esercito di circa 5.000 uomini e 2.000 cavalieri e, grazie ad una flotta di 700 imbarcazioni, alla fine di settembre sbarcava in Inghilterra.
La mattina del 14 ottobre i normanni erano schierati su un’altura a una decina di chilometri dalla cittadina di Hastings quando furono attaccati da uno stanco esercito anglosassone di pari uomini che pochi giorni prima aveva combattuto e vinto più a nord contro l’esercito norvegese. Durante la battaglia Godwinson ebbe l’infausto primato di essere il primo re inglese a morire in battaglia mentre, a battaglia finita, Guglielmo il Bastardo si vide in diritto di cambiare il soprannome e da Il Bastardo divenne il Conquistatore, in inglese William the Conqueror.
Ora la via di Londra era aperta e il giorno di Natale Guglielmo veniva incoronato re nell’abbazia di Westminster e per consolidare la conquista dava inizio alla spartizione del regno tra i suoi fedeli.
Uno dei primi doni di Guglielmo all’Inghilterra fu il Domesday Book, un grosso libro nel quale erano censite di tutte le proprietà terriere, in modo da tassarne meglio i proprietari, che all’epoca era il 90% della popolazione.
Un altro dono di Guglielmo all’Inghilterra furono gli ebrei.
Prima immigrazione ebrea
Quando i romani conquistavano un territorio erano tolleranti nei confronti delle religioni locali e anche delle leggi e consuetudini, ma su due cose non transigevano mai: l’uso del latino nei rapporti con lo stato, ovvero con loro, e l’uso della loro moneta. Qualcuno potrà pensare che ancor oggi con inglese e dollaro le cose non sono cambiate di molto, ma continuiamo con i nostri antichi inglesi.
Anche in Inghilterra quindi si era usata per secoli la moneta romana ma, con la fine dell’Impero Romano d’Occidente anche questa moneta aveva ormai finito il suo corso. Per alcuni secoli le popolazioni inglesi si erano arrangiate con il baratto e varie monete straniere finché nel 757 non salì al trono del regno di Mercia, uno dei sette regni in cui era stata spartita l’Inghilterra, il re Offa. Una delle prime decisioni del nuovo re fu quella di battere moneta iniziando così il primo sistema monetario inglese. Nell’isola non esisteva oro e così Offa decise di usare l’argento. Divise una libra (pound) d’argento in 240 parti, dette pennies, ed impresse su ogni moneta ottenuta una stella. Da questa stella, in antico inglese stearra derivò poi il termine sterlina. Dopo aver creato la moneta re Offa nel 787 proibì l’usura, ovvero il prestito del denaro con interessi. Un suo successore, il re Alfredo (865 – 899), ordinò la confisca delle proprietà agli usurai mentre nel 1050 Edoardo il Confessore, appellandosi al concilio di Nicea che proibiva il prestito ad usura, non solo ordinava la confisca dei beni degli usurai ma dichiarava l’usuraio fuorilegge e lo condannava a lasciare l’Inghilterra.
Quando Guglielmo il Bastardo sconfisse le truppe di re Harold II fu subito raggiunto da un gruppo di ebrei di Rouen, città a 130 chilometri dal suo paese natale n Normandia. Le cronache e i documenti in nostro possesso non dicono se gli ebrei abbiano indotto il duca Guglielmo ad invadere l’Inghilterra ma sappiamo che finanziarono la spedizione militare. In cambio del loro aiuto economico Guglielmo permise agli ebrei di stabilirsi in Inghilterra e di praticare il prestito ad usura sotto la protezione reale.
Le conseguenze per gli inglesi furono disastrose. I terreni dei nobili e dei contadini, che ora grazie al Domesday Book dovevano pagare le tasse in moneta sonante che non avevano, venivano ipotecati con interessi del 33% mentre gli artigiani ipotecavano i propri strumenti di lavoro al 300% annuo. Nel giro di due generazioni un quarto di tutte le terre inglesi era diventato di proprietà degli ebrei mentre gli artigiani e i mercanti erano al lastrico perché gli ebrei, oltre a praticare l’usura sotto la protezione del re, vendevano ogni tipo di merce fregandosene delle corporazioni che fino a quel momento avevano protetto commercianti e artigiani. A tutto ciò si aggiunse che gli ebrei avevano l’abitudine di limare le monete d’argento, fondendo la limatura in lingotti, e poi placcavano con lo stagno le monete limate e quindi le monete perdevano di peso e di valore.
Il re Guglielmo cercò di intervenire ma non ebbe forza sufficiente a costringere gli ebrei a lavori onesti e ad amalgamarsi con la popolazione locale. L’economista inglese William Cunningham paragona l’attività degli ebrei a quella di una spugna che succhia tutta la ricchezza della terra e ne compromette lo sviluppo economico.
Cacciata degli ebrei dall’Inghilterra
Passarono due secoli e nel 1233 il governo inglese emise delle leggi contro l’usura ma gli ebrei, che nel frattempo erano diventati ancor più potenti e numerosi, se ne fregarono. Nel 1275, l’Inghilterra emise altre leggi per vietare ogni forma di prestito ad usura ma le leggi non furono sufficienti perché, nonostante le minacce statali, gran parte della popolazione ebraica “non voleva guadagnarsi da vivere” lavorando. A estremi mali estremi rimedi. Il 18 luglio 1290 il re Edward obbligava tutta la popolazione ebraica, che nel frattempo era aumentata a 16.000 persone, a lasciare l’Inghilterra per sempre. Agli ebrei lo stato pagò 1/15 del valore dei loro beni e 1/10 delle loro monete che lasciavano nell’isola. Dal 1 novembre 1290 ogni ebreo sorpreso in Inghilterra era punibile con la morte.
Senza usurai, senza banche, senza denaro, senza debito pubblico c’erano ben poche tasse da pagare. Il governo emise allora i Tally sticks, dei bastoncini di legno con delle tacche, monete senza valore intrinseco e senza interessi. Iniziò così quella che secondo alcuni economisti fu l’epoca d’oro inglese con uno sviluppo e una prosperità senza paragoni. Il lavoratore medio lavorava 14 settimane l’anno, c’erano dai 160 ai 180 giorni festivi e gli altri cento erano di riposo.
Secondo uno scrittore dell’epoca, Lord Leverhulme: “Gli uomini del 15° secolo erano molto ben pagati“e il filosofo anglo-tedesco Houston Stewart Chamberlain conferma queste condizioni di vita ne “The Foundations of the XIX Century”: “Nel 13° secolo, quando le razze teutoniche cominciarono a costruire il loro nuovo mondo, l’agricoltore in quasi tutta l’Europa era un uomo libero, con una assistenza più assicurata di quanto lo sia oggi. La proprietà del terreno era la regola, cosicché l’Inghilterra, oggi sede del latifondo – era fino al 15° secolo quasi interamente in mano a migliaia di agricoltori, che non solo erano proprietari legittimi della loro terra, ma possedevano in aggiunta il diritto al libero accesso a pascoli e boschi comuni”
Poi arrivò il tempo della regina Elisabetta.
Seconda immigrazione ebrea
Nel 1492 i cattolicissimi re spagnoli avevano cacciato gli ebrei dalla Spagna e il sultano dell’Impero Ottomano Bayezid II, Il Saggio, aveva inviato l’ammiraglio Piri Reis a prestare aiuto ai profughi che lasciavano la Spagna. Gli islamici accolsero circa 300.000 profughi ebrei nei propri territori, e con questo dato storico si può ben dimostrare che gli islamici non siano per religione nemici degli ebrei. Altri sefarditi, ovvero ebrei della Spagna, si stabilirono a Genova, in Svizzera e nei Paesi Bassi dove continuarono a prestare ad usura.
Fu allora che alcuni marrani, ovvero ebrei che avevano ufficialmente rinunciato alla loro religione per convertirsi a qualche forma di cristianesimo, lasciarono Amsterdam e furono accettati a Londra. Questi ebrei entrarono in Inghilterra come orefici e cominciarono a fare quello che avevano sempre fatto, gli usurai. In quegli anni iniziava a girare per l’Europa l’oro proveniente dalle americhe e gli ebrei di Londra si proposero sul mercato come orefici che raccoglievano, custodivano e prestavano oro. Siccome i prestiti erano effettuati non in lingotti d’oro ma con scritture contabili, ben presto gli orefici ebrei si trovarono a rilasciare ricevute e prestare oro e monete per un valore ben maggiore del valore in oro che avevano in cassa, quello che ancor oggi fanno le banche e che in gergo bancario si chiama riserva frazionata, ovvero la creazione del denaro dal nulla facendosi poi pagare gli interessi sul valore nominale, non sul nulla.
Uno dei clienti dei marrani fu la corona d’Inghilterra, o il tesoro di stato che dir si voglia. L’interesse legale era del 6% ma quello pagato dallo stato variava dal 8% al 30% annuo. I mercanti pagavano il 33% mentre per i più bisognosi si arrivava al 80% annuo. Altri ebrei quando ricevevano grandi quantità d’oro in deposito sparivano con tutto l’oro. Si calcola che durante l’era elisabettiana sia sparito in questo modo oro per circa 3 milioni di sterline dell’epoca
Le dispute religiose e politiche iniziate con Enrico VIII contro i cattolici all’inizio del 1600 si estesero ai protestanti e ai puritani. Seguendo il detto popolare tra i due litiganti il terzo gode “la nazione fu artificialmente divisa” e in questa disputa religiosa si inserirono gli ebrei che finanziavano le due parti in modo da aumentare le tensioni e gli omicidi fra le fazioni rivali che così chiedevano prestiti per acquistare più armi. Questa tecnica guerrafondaia è proseguita fino ai giorni nostri e non mancano certo gli esempi, non ultime purtroppo Siria e Ucraina.
Nel 1640 l’ebreo Fernandez Carvajal, chiamato The Great Jew, creò un esercito privato di circa 10.000 uomini con il compito di terrorizzare i londinesi e seminare il disordine uccidendo sia gli anglicani che i puritani. In appoggio alle azioni criminali furono stampati centinaia di opuscoli e volantini che incitavano alla resistenza e alla lotta armata degli uni contro gli altri . A forza di soffiare sul fuoco nel 1442 scoppiò la guerra civile tra i realisti (anglicani) e i Roundheads (puritani) che durò fino al 1448. Il NewModel Army dei puritani capeggiato da Oliver Cromwell, armato dal Great Jew e finanziato dagli ebrei olandesi vinse lo scontro militare che lasciò sul terreno 190.000 cadaveri. A questo punto Monasseh ben Israel, capo degli ebrei olandesi, scrisse a Cromwell imponendo che, in cambio dell’aiuto prestato, fosse permesso agli ebrei di immigrare in Inghilterra.
Riporto lo scambio di missive tra Cromwell e la sinagoga di Muelheim (Germania). “16 giugno 1647. da A.C. (Oliver Cromwell) a Ebener Pratt: In cambio del sostegno finanziario sosteniamo l’ammissione degli ebrei in Inghilterra. Questo è impossibile con Re Charles vivente. Charles non può essere giustiziato senza processo, non esistono al momento ragioni adeguate. Quindi consigliamo che Charles sia assassinato, non sarà difficile procurare un assassino, che lo aiuterà a fuggire”. Questo è un suddito inglese che parla di uccidere il proprio re per permettere il ritorno degli ebrei in Inghilterra.
La risposta: “Ad Oliver Cromwell da Ebebener: Forniremo aiuto finanziario appena Carlo sarà rimosso e gli ebrei riammessi. L’assassinio è troppo pericoloso. A Charles sarà data l’opportunità di fuggire: la sua cattura giustificherà il processo e l’esecuzione. Il sostegno sarà liberale, ma non è il caso di discutere i termini fino a quando comincerà il processo” .
Come da copione ebraico il 4 giugno 1647 cinquecento rivoluzionari catturarono il re ma gli permisero di fuggire nell’isola di Wight dove fu ufficialmente arrestato. Nei sei mesi che seguirono Cromwell, con l’aiuto del colonnello Pryde, eliminò fisicamente o di fatto tutti gli oppositori alla Camera dei Comuni. Il 5 dicembre 1448 i cinquanta parlamentari superstiti votarono per l’apertura di un processo al re Carlo. Non trovando nessun avvocato che se la sentisse di inventare e scrivere un atto d’accusa contro il re l’atto fu scritto da Isaac Dorislaus un ebreo olandese. Re Carlo fu così costretto a partecipare ad un processo farsa tenuto presso l’Alta Corte di Giustizia formata per due terzi di seguaci di Cromwell.
Come previsto il re fu condannato e giustiziato il 29 gennaio 1649.
Ora Cromwell era il padrone d’Inghilterra ma la questione ebraica non era ancora risolta. Passarono sei anni senza passi avanti e nel 1655 Cromwell tenne una lunghissima conferenza a Whitehall, dal 7 al 18 dicembre, per cercare di ottenere il permesso agli ebrei di entrare in Inghilterra ma i delegati, in massima parte preti, mercanti e legali, gli votarono contro. Dopo dieci mesi, nell’ottobre 1656 Cromwell cominciò a far entrare clandestinamente gli ebrei in Inghilterra.
La Banca d’Inghilterra
Il 3 settembre 1658 moriva Olivier Cromwell, l’uomo che per fare un favore agli ebrei aveva tagliato la testa al suo re. Gli successe il figlio Richard che governò per nove mesi e fu sostituito da Charles II, il figlio del re decapitato. Il 1 agosto 1663 Charles II permetteva l’esportazione di tutte le monete straniere dell’oro e dell’argento e tre anni dopo, con la legge dell’incoraggiamento della coniatura, permetteva agli ebrei olandesi di coniare monete dello stato per conto proprio e di acquisirne i diritti di signoraggio.
Nel 1685 moriva Charles II e saliva al trono il fratello James II che fin da subito fu vittima della propaganda antimonarchica portata avanti da opuscoli provenienti dall’Olanda.
Tre anni dopo un olandese, William d’Orange entrava militarmente in Inghilterra e detronizzava James II e prendeva il suo posto.
Di questo passaggio della storia inglese sono da evidenziare alcuni punti.
- Come si vede l’ultima invasione armata dell’Inghilterra non fu quella di William il Bastardo/il Conquistatore come la storiografia ufficiale fa credere.
- L’esercito di James II era superiore a quello dell’olandese ma all’improvviso James fu abbandonato da John Churchill (notare il cognome), primo duca di Malborough, e dalle sue truppe.
- Per il suo tradimento Churchill ricevette ogni anno 6.000 sterline dall’ebreo olandese Solomon Medina.
- Entrambi gli William, il Bastardo e l’orangista, entrarono in Inghilterra grazie ai finanziamenti dagli ebrei.
In cambio dell’aiuto economico ricevuto William III trasferì il diritto reale di emettere moneta al consorzio Governor and Company of the Bank of England ora semplicemente Bank of England, che ancora lo detiene.
“Trentatre anni più tardi dopo che Cromwell aveva ammesso gli ebrei in Inghilterra, un principe olandese arrivò da Amsterdam circondato da uno sciame di ebrei di quel centro finanziario. Estromettendo suo suocero dal regno, graziosamente accettò di ascendere al trono d’Inghilterra. Un risultato naturale che seguì questo evento fu l’inaugurazione del debito nazionale in seguito alla fondazione della Banca d’Inghilterra allo scopo di prestare denaro alla Corona.”
Da allora la storia dell’Inghilterra, e della Gran Bretagna, è stata un susseguirsi di obbligazioni e titoli di stato che hanno incatenato la popolazione britannica al debito ed hanno permesso alla comunità ebraica di controllare gli affari della nazione.
Un’idea di come funzioni una banca centrale ci viene fornita da un ex pirata inglese sostenitore della necessità di una banca centrale privata, di cui lui avrebbe fatto parte. “questa banca avrebbe il beneficio dell’interesse sul denaro che ella avrebbe creato dal nulla”
Il 21 gennaio 1694 si aprirono le sottoscrizioni del capitale di 1.200.000 sterline della Bank of England; una settimana dopo la somma era coperta.
Il motivo ufficiale della creazione della Banca era di prestare soldi a re William d’Orange con un interesse del 8% annuo in modo da permettergli di continuare la guerra contro il re Sole, Luigi XIV di Francia. In questo modo la banca avrebbe ricevuto dalla corona 100.000 sterline l’anno di interessi. Per fare ciò la banca ottenne dalla corona il diritto di emettere altre 1.200.000 sterline in banconote senza copertura aurea, in pratica carta straccia, ma nessuno lo sapeva e tutti li usarono come fossero soldi veri. Il genio dell’operazione si chiamava Serjeant Levino, un avvocato ebreo di Amsterdam.
Ovviamente non tutti erano favorevoli alla creazione di una banca centrale, in particolare si opponevano i proprietari di case, di terreni e i contadini. Per ovviare al problema la legge fu presentata e dibattuta in piena estate quando la maggior parte dei contrari era occupata nei lavori agricoli. Il 27 luglio 1694 i 42 membri presenti, tutti Whigs, approvavano una legge che non decretava la nascita della banca ma, tra tanti altri argomenti che richiamavano la necessità di imposte per finanziare la guerra, ne permetteva l’attività.
Poco dopo furono imposte nuove tasse sui terreni, sulla carta da parati, sul sale, bolli, finestre, focolari, nascite, matrimoni, funerali, scapoli e anche il testatico, la tassa sulla testa che ogni persona superiore ai 15 anni doveva pagare per essere in vita. A tutte queste imposte fu aggiunta un’imposta nuova, quella del 20% sulle entrate che stranamente ricorda l’Iva.
Siccome la banca centrale guadagna sul denaro prestato allo stato ne consegue che più lo stato spende più aumenta il debito e più la banca, ovvero gli usurai suoi possessori, guadagnano. Il massimo del consumo e della richiesta di denaro di uno stato si ha con la guerra. In conseguenza di ciò scoppiarono, e scoppiano tutt’ora, guerre inutili o per futili motivi solo per accrescere il debito statale oppure per eliminare stati che hanno la proprietà delle banche centrali, e quindi non pagano debiti e interessi ai banchieri: la forma moderna degli usurai di un tempo. Tra le tante guerre per il controllo delle banche possiamo citare quella inglese contro le colonie nordamericane che volevano stampare moneta propria senza usare le sterline inglesi, i quindici anni di guerra contro la Francia sotto Napoleone che stampava in proprio la moneta di stato, la conquista piemontese del Regno delle Due Sicilie, la prima guerra mondiale per eliminare la Russia zarista, la seconda guerra mondiale contro Germania, Italia e Giappone, o la forma più moderna di guerra/rivolta in Libia per eliminare Gheddafi del 2011. L’operazione Libia permise alla Banque de France di impadronirsi del tesoro libico, alla londinese HSBC di diventare il tramite per le transazioni petrolifere e acquisire il diritto di signoraggio sulla Libia e impedì al leader libico di emettere una moneta nuova, senza signoraggio, da usare a beneficio degli stati africani.
Colonie americane, Francia napoleonica, Regno delle Due Sicilie, Russia, Germania, Italia, Giappone, Libia: tutti stati che usavano la moneta di stato senza pagare interessi ai banchieri proprietari delle banche centrali.
“I set to read the Act of Parliament by which the Bank of England was created. The investors knew what they were about . . . lands . . . houses . . . property . . . labour. The scheme has produced what the world never saw before: starvation in the midst of abundance.” William Cobbett (1763-1835)
© Galileo Ferraresi 7 maggio 2021
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Il Debito Pubblico Inglese e le guerre
Anno evento debito pubblico in sterline
1694 nascita della Bank of England 0
1696 valore coperto da deposi in oro 2% 1.200.000
1720 guerra di successione spagnola 30.000.000
1783 guerra d’indipendenza americana 176.000.000
1815 guerre napoleoniche 885.000.000
1914 inizio prima guerra mondiale 2.500.000.000
1919 fine prima guerra mondiale 7.434.000.000
1945 fine seconda guerra mondiale 20.100.000.000