Nella misura in cui lo Stato cresce l'individuo si sminuisce.
Gòmez Dàvila
Era il 28 giugno 1914 quando uno studente serbo, Gavrilo Princip, convinto di battersi contro l’oppressione dell’Impero Austro Ungarico, uccise a Sarajevo il principe ereditario della casa asburgica Francesco Ferdinando e sua moglie. Dopo oltre un secolo i libri di storia faticano ancora a
giustificare l’escalation che, partendo da un omicidio per una questione locale tra l’Impero Austro Ungarico coi separatisti serbi, portò alla Prima Guerra Mondiale. Anche i contemporanei faticarono a comprenderne l’importanza e le conseguenze, nessuno lo vedeva come un pericolo per la pace e i maggiori giornali inglesi definirono le prime azioni militari La guerra delle vacanze di agosto. Nelle prossime righe cercherò di dare alla Prima Guerra Mondiale una lettura differente, meno poetica e patriottica e più monetaria.
Nel 1871, alla fine della guerra Franco-Prussiana, si era assistito ad un progresso senza precedenti nelle telecomunicazioni e nei trasporti che aveva favorito l’accumulo di capitali e lo sviluppo del commercio mondiale. Questo benessere era iniziato quando la Prussia, che aveva estorto alla Francia 200 milioni di Sterline oro come indennizzo per debiti di guerra, passò al gold standard. Contemporaneamente anche le altre maggiori potenze europee si erano progressivamente allontanate dall’argento e da altri mezzi di scambio per allinearsi allo standard aureo per cui la Sterlina britannica equivaleva a 7,3 grammi d’oro, il Franco francese a 0,29 grammi d’oro e il Marco tedesco a 0,36 grammi d’oro. Di conseguenza una sterlina valeva 26,28 Franchi oppure 24,02 Marchi. Come ogni nazione aveva le proprie unità di misura di lunghezza e di peso, che potevano essere equiparate con quelle di altri paesi, così era per la moneta che, facendo riferimento ad un valore fisso e conosciuto da tutti come l’oro, era accettata da tutti permettendo l’accumulo del capitale necessario per finanziare l’industrializzazione, l’urbanistica e le arti di quel periodo europeo che passò sotto il nome di Belle époque. La monetazione riferita all’oro dava sicurezza ed era accettata ovunque al punto che la scrittrice americana Nellie Bly potè effettuare il giro del mondo in 72 giorni portando con sé solo banconote e monete britanniche. In quegli anni gli stati non avevano forme di controllo economiche sui cittadini, la burocrazia era pochissima e le società occidentali godevano di libertà più ampie di oggi. (da “Lo standard aureo era lo standard mondiale dell’era del capitalismo, dell’incremento del benessere, della libertà e della democrazia, sia politica che economica.” Ludwig von Mises, Human Action. The Scholar’s Edition. Auburn, Ludwig von Mises Institute, 1998).
Dall’uso della sterlina come moneta di riferimento mondiale la Gran Bretagna, la maggiore potenza economica e coloniale del mondo dell’epoca, aveva tratto enormi profitti perché, forte del detto che “le sterline sono buone come l’oro” e certa che nessuno sarebbe mai andato a controllare
se la quantità d’oro nei suoi forzieri era effettivamente pari al valore delle Sterline in circolazione, emise moneta cartacea in quantità ben maggiore del dovuto. Tutto questo crollò nel 1914. Come tutte le cose di questo mondo anche il Gold Standard, il denaro garantito da un deposito in oro, non andava bene a tutti, anche l’oro aveva i suoi nemici, e questi pensarono che il modo più semplice per conseguire un vantaggio fosse una guerra mondiale. Potrà forse stupire che per un attentato terroristico che provocò due morti si sia arrivati ad una guerra che solo in Italia ne provocò 650.000 ma così andarono le cose e nel tempo non mi pare che siano migliorate. Nel 1969 per una partita di calcio tra le nazionali dell’Honduras e del Salvador si arrivò ad una guerra che lasciò sul terreno più di 4.000 morti. Nel 2003 per la ricerca di armi di distruzione di massa gli Usa e i loro alleati, occuparono l’Iraq e lo tennero fino al 2011; non trovarono nessun’arma ma ammazzarono più di un milione di abitanti. Se si vuole iniziare una guerra ogni scusa è valida e sufficiente e se non si trova la scusa la si inventa, come fecero sempre gli Usa per ammazzare un milione e mezzo di vietnamiti tra il 1960 e il 1965.
Iniziata la guerra mondiale tutti i governi si trovarono col pieno controllo delle riserve auree nazionali, lasciando ai cittadini l’uso delle monete cartacee. Con una guerra in corso fu estremamente facile per i governi stampare una grossa quantità di moneta cartacea per sostenere la spesa bellica, lo fecero tutti e nel volgere di poche settimane dall’inizio della guerra tutti i governi sospesero la convertibilità delle banconote in oro lasciando i cittadini con monete fiat, che valevano perché tutti credevano che valessero, come avviene oggi.
Con l’imposizione della moneta fiat i governi si trovarono nella possibilità di stampare tutto il denaro necessario per sostenere la guerra senza toccare le riserve auree e senza imporre nuove tasse ai cittadini. Fino ad allora le guerre erano sempre state limitate nel tempo o nell’estensione
perché le spese di guerra erano sostenute dai regnanti usando il proprio oro e argento e ricorrendo alla tassazione dei cittadini per impossessarsi del loro oro. Se fosse esistito ancora il gold standard i governi coinvolti nella Prima Guerra mondiale avrebbero avuto ben più difficoltà nel portare avanti
una guerra perché avrebbero ben presto esaurito l’oro dei regnati e si sarebbero dovuti impegnare in una forte tassazione della popolazione che, prima o poi, si sarebbe rivoltata contro il potere centrale per difendere i propri beni e la guerra sarebbe terminata ben prima.
Con la moneta fiat stampata a mano libera, e la conseguente inflazione, i governi europei si impossessarono dei beni della popolazione senza provocare reazioni e così per anni i popoli europei si ammazzarono per soddisfare le vanità e i privilegi di alcuni monarchi solitamente imparentati e
sposati tra loro.
Grazie al furto dei beni popolari compiuto con l’inflazione la guerra durò fino a quando nel novembre 1917 gli Usa entrarono in guerra e misero in campo una grande quantità di mezzi materiali e monetari spostando decisamente l’equilibrio bellico e provocando un improvviso
deprezzamento della moneta austro ungarica e tedesca. Alla fine della guerra tutte le valute furono deprezzate e la conquista dei territori conquistati non ripagò la perdita economica subita dai vincitori. Il cambiamento principale fu la variazione di alcune forme di governo, la frammentazione di grandi imperi e la nascita di nuovi stati. Benché questo venga passato per una conquista non può reggere il confronto con i milioni di perdite umane.
Un’idea di cosa accadde realmente in Italia ci è dato dal confronto con la Svizzera che era rimasta neutrale.
Fino al 1915 ogni giorni migliaia di lavoratori svizzeri passavano il confine per andare a lavorare in Italia, dal 1918 i lavoratori frontalieri sono diventati gli italiani. Per non mostrare alla popolazione la svalutazione apportata e la perdita economica imposta dai governi con la guerra, sia i vinti che i vincitori non tornarono al gold standard e il potere di emissione della moneta passò alle Banche Centrali, le vere vincitrici della Guerra Mondiale, enti svincolati dal governo che, per usare un termine di Hayek, inventarono il Nazionalismo Monetario e da allora divennero le registe nascoste delle politiche degli stati.
Dalla guerra delle vacanze di agosto è passato un secolo e in Europa dopo un periodo di relativo benessere ecco spuntare degli elementi di tensione che potrebbero in poco tempo trasformarsi in una guerra mondiale. Ad alcune similitudini col 1914 aggiungo tre differenze.
1) Fino al 1940 ogni guerra era basata su una produzione bellica che derivava da quella civile ma nel 1945 l’industria militare statunitense non fu smantellata, tornando al mercato civile, ma rimase intatta e negli anni si consolidò e ampliò fino a diventare il Complesso Militare Industriale: un agglomerato di aziende così potente da pretendere sempre nuovi finanziamenti governativi e in grado di indirizzare la politica militare, quella estera e quella interna degli Usa. Tutto ciò senza alcun controllo politico e senza alcun obiettivo chiaro e razionale.
2) Lo sviluppo tecnologico e informatico degli ultimi 40 anni ha portato alcuni centri di potere ad avere una conoscenza di ogni individuo come mai prima nella storia umana. Questa conoscenza atomizzata è ora in grado di indirizzare le scelte personali, il pensiero e il comportamento degli individui senza che essi se ne rendano conto.
3) L’obiettivo dei grandi gruppi di potere ora non è più il possesso di nuovi territori, di montagne di lingotti d’oro o di fantastilioni di dollari, tutti beni che possono avere facilmente o addirittura produrre senza fatica, l’obiettivo ora è il potere sulle persone e il denaro può essere il mezzo ideale per ottenerlo.
La moneta è già diventata in gran parte elettronica e se diventasse digitale potrebbe trasformarsi da mezzo di scambio, come è sempre stata, a mezzo di controllo di ogni individuo con la possibilità per il controllore di decidere come far vivere il controllato fino a, volendo, farlo sparire dal mondo.
L’imposizione di questa moneta digitale, e del conseguente Governo Unico Mondiale, sono realizzabili solo con una distrazione di massa, con l’annebbiamento delle facoltà intellettuali della popolazione causato da un periodo di devastazione, distruzione delle libertà personali, pericolo di
morte come una guerra mondiale. Questa operazione, di per sé stesso aberrante, potrebbe essere ben facilmente inibita dal potere militare se non che esso è ormai un tutt’uno con quello dell’informatica, delle telecomunicazioni e della finanza dai quali trae le risorse per esistere ed
avere potere.
Ci stiamo avvicinando ad una nuova Guerra delle vacanze di agosto dove, come sempre, i nostri veri nemici sono e saranno sempre coloro che hanno la presunzione di comandarci e di considerarsi i nostri capi. Spetta a noi, esseri liberi, dimostrare con le parole e con gli atti che la libertà non è un fine da raggiungere ma un mezzo da usare per creare un mondo migliore e senza guerre.
26 marzo 2024 Galileo Ferraresi