Semita e antisemita

Semita e antisemita

Gli antichi testi sumeri, poi quelli assiri, greci ed infine la Bibbia ci informano che nel ventiseiesimo giubileo Noè e sua moglie Emmezara generarono tre figli: Sem (Sém), Cam (Ham) e Iafet (Yàpet). Informato fortunosamente di un’imminente cataclisma Noè costruì una nave, o Arca, nella quale si rinchiuse coi figli, le loro mogli e ogni coppia di animale. Terminato il Diluvio e trascorsi alcuni mesi l’Arca si arenò su un monte e la famigliola uscì dall’Arca.

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La guerra delle vacanze di agosto

Nella misura in cui lo Stato cresce l'individuo si sminuisce.
Gòmez Dàvila

Era il 28 giugno 1914 quando uno studente serbo, Gavrilo Princip, convinto di battersi contro l’oppressione dell’Impero Austro Ungarico, uccise a Sarajevo il principe ereditario della casa asburgica Francesco Ferdinando e sua moglie. Dopo oltre un secolo i libri di storia faticano ancora a
giustificare l’escalation che, partendo da un omicidio per una questione locale tra l’Impero Austro Ungarico coi separatisti serbi, portò alla Prima Guerra Mondiale. Anche i contemporanei faticarono a comprenderne l’importanza e le conseguenze, nessuno lo vedeva come un pericolo per la pace e i maggiori giornali inglesi definirono le prime azioni militari La guerra delle vacanze di agosto. Nelle prossime righe cercherò di dare alla Prima Guerra Mondiale una lettura differente, meno poetica e patriottica e più monetaria.

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Della paura

La paura è un elemento essenziale per la vita perché ci mette in allarme quando c’è un pericolo.

Senza paura ci butteremmo a capofitto in ogni situazione senza renderci conto del pericolo, e questo non è un bene, ma ci sono anche delle paure che sono indotte, che non servono a salvarci da un pericolo ma solo per abbatterci, per renderci impotenti, per modificare il nostro stato d’animo, i nostri pensieri, il nostro carattere, i nostri comportamenti. Nelle prossime righe scriverò della paura, di questa paura che pare abbia coinvolto un poco tutti, soprattutto negli ultimi due anni.

Era la fine degli anni ’50 e abitavo coi miei a Carpi in un appartamento che aveva un orto dove non coltivavamo nulla. All’epoca il mondo era attraversato ogni giorno da notizie sempre più allarmanti sull’aumento delle bombe nucleari che le due superpotenze mondiali, Usa e Urss, avevano prodotto ed erano in grado di lanciare distruggendo decine di volte il pianeta. 

Nella mia testa di bimbo di dieci anni tutto ciò era terribile e mi aveva spaventato al punto che un giorno presi una pala ed iniziai a scavare un buco nell’orto per costruire un rifugio antiatomico. 

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I Mefo bill, tra economia e storia

Pur trattando della Germania durante il periodo tra le due guerre mondiali, pur accennando ai partiti Nazional Socialista e Nazista, pur nominando Hitler e alcuni gerarchi nazisti, quella che segue è solo l’analisi di un aspetto di politica monetaria senza nessun coinvolgimento pro o contro la politica e l’ideologia presente in Germania in quel periodo. In breve, è il sunto di come una nazione sconfitta e dilaniata dalle rivendicazioni dei vincitori sia riuscita in pochi anni a diventare una potenza economica e industriale grazie alle idee di un banchiere di religione ebraica e massone. Buona lettura.

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Hastings, la vittoria di chi?

In Italia nessuno ne parla ma per l’Inghilterra è un evento che ogni inglese conosce: la battaglia di Hastings combattuta 950 anni fa, il 14 ottobre 1066, l’ultima volta che un esercito straniero mise piede in Inghilterra.

Da una parte erano schierati i residenti, gli angli e i sassoni, comandati da Harold II d’Inghilterra, in inglese Harold Godwinson, 44 anni circa, figlio di Godwin conte di Wessex, che da dieci mesi sedeva sul trono di Edoardo il Confessore.

Dall’altra c’è un normanno di 38 anni, il Duca Guglielmo il Bastardo, figlio di Roberto I di Normandia e di una tale Arletta che, a seconda degli storici, era figlia di un servitore, di un conciatore o di un preparatore di salme.

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Navigazioni Medioevali

Dopo l’incredibile successo di “Grandi navigazioni dei popoli del Mediterraneo, dall’antichità alla Roma imperiale” (in corso la 3° ristampa), prosegue lo studio della storia della navigazione con l’uscita di “Navigazioni Medioevali. Dall’impero romano al 1500”.

Dalla fine dell’Impero romano d’Occidente per secoli in tanti sono andati in America, alcuni attraversando Atlantico e altri il Pacifico, finché all’improvviso, e senza un apparente motivo, arriva dal Portogallo un naufrago chiamato Cristoforo Colombo. La regina di Castiglia lo nomina Ammiraglio del Mare Oceano e gli da non una ma ben tre navi per andare in America. Perché? Perché a lui? Perché allora? Chi l’ha veramente scoperta e le diede il nome America?  Chi fece sparire le carte dove appariva l’America prima del 1492 e perché? Cosa si nasconde dietro uno dei più grandi imbrogli della storia?

Continua così il grande viaggio della storia nella navigazione che a partire dal primo volume “Grandi navigazioni dei popoli del Mediterraneo, dall’antichità alla Roma imperiale” intende esplorare metodi e strumenti dell’arte della navigazione dei popoli, dall’antichità ad oggi.

In uscita: Aprile 2021

Ordinabile in Libreria, Amazon o direttamente all’autore con dedica personalizzata.

Prezzo: 19€ – Codice Isbn: 9791220325240

Limiti mentali alla creazione di moneta

Quattro secoli fa Galilei presentò alla Serenissima Repubblica di Venezia il cannocchiale, uno strumento che, pur non avendolo inventato lui, grazie ad alcune sue migliorie era in grado di far avvistare terra o una flotta nemica prima e meglio di quanto fosse possibile ad occhio nudo.

Preparato lo strumento su una finestra i saggi e i politici della Repubblica guardarono nell’oculare ma, mentre alcuni vedevano una nave entrare in laguna, altri non vedevano nulla.

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Grandi navigazioni dei popoli del Mediterraneo dall’antichità alla Roma Imperiale

Questo libro tratta di alcune grandi navigazioni oceaniche compiute migliaia di anni fa da Sumeri, Babilonesi, Fenici, Greci, Egizi e Romani.

E’ la prova che grazie alla navigazione per mari e oceani i popoli sono sempre stati collegati fra loro e mai separati.

Nota per il lettore

Nelle pagine che seguono non si parla di nuove teorie, non si espongono scoperte archeologiche, non c’è nulla che non si possa trovare nei libri e negli articoli che sono già stati pubblicati.  Nelle prossime pagine sono solamente stati raccolti studi, informazioni e ricerche già esistenti e il tutto è stato ordinato seguendo una linea temporale. Nelle prossime pagine non compaiono cose nuove ma solamente guardate con occhi nuovi.

Da tutto ciò è emersa una visione della storia delle navigazioni dei popoli mediterranei che, contrariamente a quanto si possa credere, navigavano non solamente lungo costa ma attraversavano mari ed oceani millenni prima della così detta Epoca delle Grandi Navigazioni della fine del Medio Evo.

A chi non vuole dubitare delle proprie convinzioni, o solamente metterle in crisi, consigliamo di richiudere il libro: ha già letto abbastanza.

A chi con speranza e sprezzo del pericolo continuerà: buona lettura.

Copyright ©galileoferraresi – Selfpublishing, Bologna, Ottobre 12019

REPERIBILE DIRETTAMENTE dall’AUTORE

Salvare Venezia

Venezia sta sprofondando nel mare e il “fenomeno” dell’Acqua Alta, che mezzo secolo fa era un evento eccezionale, ora è quasi la normalità. Situazione ineluttabile, naturale o conseguenza del comportamento umano? 

Quando mille anni fa gli abitanti di Malamouco videro che per l’abbassamento della terra la loro città iniziava a sprofondare in mare l’abbandonarono e si rifugiarono sulle Isole Reatine, quelle in cui sorge ora Venezia, che erano molto più alte della laguna circostante. Per meglio proteggerle dall’erosione questi antichi veneziani decisero di palificare le isole: andarono in giro per i monti trentini e friulani e per le isole dell’odierna Croazia e tagliarono milioni d’alberi d’alto fusto che poi piantarono attorno alle isole e che usarono anche come base per costruire su qualcosa di solido le case e i palazzi. Tra le varie isolette lasciarono il passaggio per i canali che divennero le vie di comunicazione di questa città nata e cresciuta sull’acqua e dove non esistevano cavalli e carrozze ma solo barche.

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A proposito di popolazione

Nel 1798 il reverendo inglese Thomas Robert Malthus dava alle stampe An Essay on the Principle of Population (Saggio sul principio di popolazione) nel quale sosteneva, tra le altre idee, che l’aumento della popolazione avrebbe portato ad un eccesso di offerta di mano d’opera e quindi a salari più bassi. Conseguenza dell’aumento della popolazione sarebbe quindi stata la miseria generale. La prima reazione al testo fu la legge sul censimento, tutt’ora in atto, che impegnava il governo inglese a censire la popolazione ogni dieci anni. Nel libro Malthus sostenne anche l’utilità delle guerre come valvola di sfogo per l’eccesso di popolazione. Il suo principio era molto semplice: Siccome sulla terra ci sono risorse alimentari limitate, e queste risorse sono sufficienti per alimentare solo un certo numero di persone, un aumento della popolazione porta inevitabilmente a decidere, attraverso una guerra, quali popolazioni potranno mangiare e quali dovranno morire per permettere ai vincitori di vivere. Secondo Malthus i limiti allo sviluppo umano erano la mancanza di beni ma soprattutto la miseria e il vizio che caratterizzavano le classi sociali più povere e disadattate.

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