Quando ero un bimbo abitavo nella pianura padana, a 45 metri sul livello del mare, non in montagna, ma ricordo che gli inverni erano lunghi e freddi: la neve durava a terra per settimane, mesi. Un inverno avevo costruito una slitta e portavo in giro mia sorella per le strade della cittadina bianche e gelate dove non si muovevano auto per il gelo. Ora gli inverni sono decisamente più caldi e le strade restano imbiancate per periodi brevissimi, alcuni anni non si imbiancano neppure. Come mai non c’è più la neve di un tempo?
All’inizio del 2011 la Pontificia Accademia delle Scienze ha incaricato alcuni scienziati di fama mondiale, tra i quali il premio Nobel C. Rubbia e S. Fuzzi del Cnr, di esaminare la causa del riscaldamento globale. Il gruppo di scienziati ha elaborato un documento pubblicato nel aprile 2011 dal titolo “Fate of mountain glaciers in the Antropocene” nel quale si denuncia come i ghiacciai abbiano perduto la metà della loro estensione negli ultimi trenta anni e rivolge un appello a tutta l’umanità perchè venga rispettato il creato che Dio ci ha dato riducendo le emissioni di CO2.
Premesso che a me, come a parecchie persone, non piace respirare i gas di scarico delle auto e sarei ben felice di vivere in un mondo con energie e trasporti non inquinanti, mi resta comunque un dubbio: siamo proprio sicuri che sia l’uomo la causa del riscaldamento globale? E soprattutto: siamo sicuri questo fenomeno sia in atto in tutto il mondo?
Per sommi capi la teoria del riscaldamento globale si basa su un’idea semplice e comprensibile a tutti: l’attività umana, soprattutto quella industriale per produrre energia elettrica con idrocarburi e carbone, produce anidride carbonica (CO2) che non essendo trasformata in ossigeno per penuria d’alberi, si trasferisce nell’atmosfera e provoca una specie di coperta trasparente che permette alle radiazioni caloriche del sole di entrare e raggiungere il suolo terrestre ma non permette poi la loro uscita: in facilese é come quando si lascia un’automobile al sole, il calore entra dai vetri ma non può più uscire e l’abitacolo si riscalda. Questa teoria è stata approvata e sottoscritta da un centinaio scienziati riuniti nel potentissimo IPCC (Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici), istituzione intergovernativa sotto l’egida dell’ONU che nel 2007 ha vinto anche un Premio Nobel. Gli effetti catastrofici del riscaldamento globale ci sono stati profetizzati da oltre un decennio:
scioglimento dei ghiaccia montani, scioglimento dei ghiacciai polari, aumento di vari metri del livello delle acque della terra con distruzione delle città costiere, morte degli orsi polari … Fin qui è storia quotidiana raccontata dalle TV e dai giornali, dove ad una voce narrante situazioni catastrofiche si associano immagini di orsi polari senza ghiacci ed emissioni di fumi dalle ciminiere industriali. Il messaggio che passa é “la terra si sta riscaldando e l’uomo ne é la causa”.
Quello che pochi sanno é che non tutti gli scienziati concordano con questa tesi, anzi, parecchi sono decisamente contrari a questa teoria, ma perché?
Nonostante i protocolli di Kyoto, gli incontri di Rio e il supervertice di Copenhagen, quella del Riscaldamento Globale non é una verità ma solo una “teoria”, ovvero é solamente un’idea, e come tale é tutta da dimostrare. Sul fronte opposto del IPCC ci sono oltre 31.000 scienziati, tra i quali 3.800 geologi e scienziati dell’atmosfera, che hanno firmato un documento di 700 pagine pubblicato nel 2009 (“Climate Change Reconsidered”, Il cambiamento climatico riconsiderato) nel quale confutano le analisi dell’Onu e del IPCC.
Per cercare di chiarire qualcosa in questa confusione, dove spesso l’ideologia e grossi poteri economici e militari la fanno da padroni, ecco alcuni semplici dati.
A quanto pare nell’Eocene, ovvero 20 milioni di anni fa, quando l’uomo non esisteva ancora, i livelli di CO2 erano identici a quelli odierni. Come mai la terra non si è riscaldata di più? Come ha fatto a svilupparsi il mondo come lo conosciamo oggi? Come hanno fatto a svilupparsi gli orsi polari e l’uomo?
In pieno medioevo, nei secoli che vanno dal novecento al millequattrocentocinquanta circa la temperatura era più calda di oggi, e all’epoca non esistevano certo automobili o industrie.
E i ghiacci alpini che si sciolgono? Nel marzo 2011 l’Istituto Svizzero per la Tecnologia di Zurigo ha confermato che la riduzione dei ghiacci alpini non é un fenomeno nuovo, nel 1940 i ghiacciai svizzeri si erano ridotti più di oggi e ad una velocità superiore a quella odierna, colpa della maggiore quantità di radiazioni solari che all’epoca era 8% superiore ad oggi. Per l’esattezza l’Istituto Svizzero ci informa che, rispetto al 1940, i ghiacciai alpini oggi sono più estesi del 4%.
E l’Antartide? Nel 1893-94 un baleniere norvegese, Carl Anton Larsen, raggiunse con le sue navi a vela la costa dell’Antartide che ancor oggi porta il suo nome in fondo al Mare di Weddel a 68° 10’ Sud. Alcuni anni dopo, nel 1901-04 tornò in quelle lande e il ghiaccio lo fermò a centinaia di miglia della “sua” costa. Cercò di raggiungere l’isola di Seymour, molto più a nord, ma la nave fu stritolata dai ghiacci e l’equipaggio si salvò sull’isola Paulette. Nel 2000 cercammo di raggiungere anche noi con la nostra barca a vela, Fragola, l’isola di Seymur, ma il ghiaccio si estendeva quasi cento miglia ancora più a nord di Seymour. Se nel giro di centodieci anni l’estensione del ghiaccio nel Mare di Weddell è aumentato di centinaia di miglia, e l’ho verificato personalmente, faccio fatica a credere che si stia sciogliendo e che “tutta” la terra si stia riscaldando.
Per quanto riguarda i ghiacci del polo nord e la catastrofe che deriverebbe dal loro scioglimento tengo a ricordare una legge fisica, detta principio di Archimede grazie alla quale galleggiano le barche: un corpo immerso in un liquido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume del liquido spostato. Considerato che la calotta del polo nord é formata quasi totalmente di ghiaccio che galleggia sul mare si deduce che se anche si sciogliesse tutta la banchisa polare il livello dei mari non cambierebbe di un millimetro. Per provare questa teoria si possono mettere alcuni cubetti di ghiaccio in un bicchiere e poi riempire il bicchiere d’acqua fino all’orlo. Il ghiaccio dopo un poco di tempo si scioglierà ma, siccome lui conosce la legge di Archimede, non farà uscire neppure una goccia d’acqua dal bicchiere. L’esperimento si può fare con maggior soddisfazione se, al posto dell’acqua, si mettono gin e acqua tonica.
Tranquillizzati sul pericolo di finire con le città costiere sott’acqua, resta comunque l’evidenza che i ghiacci della banchisa polare (dove ci sono gli orsi che invece non esistono in Antartide) si stanno sciogliendo, ma perché?
In più congressi e documenti si é posto l’accento sul fatto che, a causa dell’attività umana, la temperatura media dell’aria al polo nord si é alzata di alcuni decimi di grado, forse anche di un grado, e questo avrebbe provocato l’aumento della temperatura dell’acqua ai poli di vari gradi e lo scioglimento dei ghiacci. Che l’uomo provochi il riscaldamento di un grado dell’atmosfera polare é un dato tutto da dimostrare. Che l’aria più calda di un grado riscaldi l’acqua sottostante di vari gradi é una teoria che non sta in piedi: sarebbe come dire che é l’aria calda sopra all’acqua della pasta che fa bollire l’acqua. Il mistero é stato risolto studiando il NAO, ovvero l’Oscillazione del Nord Atlantico. Con questo nome si indica la variazione di pressione atmosferica tra le Azzorre e l’Islanda alla quale si possono imputare, e anche prevedere con mesi di anticipo, inverni in Europa freddi e secchi o caldi e umidi.
La NAO è ovviamente influenzata dalla corrente calda del Golfo e dalla corrente fredda del Labrador e qui, nella zona nord occidentale dell’Atlantico, le analisi hanno evidenziato un aumento della temperatura dell’acqua a partire dal 1970. I sostenitori del Global Warming hanno incolpato di ciò l’uomo, attribuendogli la possibilità di mutare non solo l’ambiente e l’atmosfera ma anche le correnti oceaniche (?!).
Dopo alcune spedizioni ai primi anni duemila alcuni enti, tra i quali la Nasa, hanno inviato nel 2009 un sottomarino a raccogliere dati sotto alla calotta polare e così sono state trovate, ad oltre 4.000 metri di profondità, decine di vulcani che sparano materiali caldissimi a oltre 500 metri al secondo. Ecco il motivo dello scioglimento della calotta polare: l’acqua si scalda e il ghiaccio si scioglie perché hanno acceso la fiamma sotto, l’acqua calda riscalda le correnti oceaniche che scaldano l’aria soprastante e così cambiano anche le temperature e le differenze di pressione in Islanda e alle Azzorre. Dunque lo scioglimento dei ghiacci della banchisa artica non é da attribuire all’attività umana ma ad una serie di vulcani che sono entrati in attività negli ultimi anni!
Povero Al Gore, l’ex vicepresidente di Clinton vinse un Oscar come autore del documentario ecologista Un Inconvenient Truth sul riscaldamento globale, film basato sulle tesi del Panel delle Nazioni Unite; ora che le tesi del film sono state scoperte come false Hollywood sta pensando di togliergli l’Oscar.
Che errare sia umano non ci sono dubbi, che le tesi vadano dimostrate, pure; che durante la raccolta dei dati si arrivi a confutare le tesi per le quali si raccoglievano i dati fa parte della storia della ricerca e delle scienze, ma in questa del Riscaldamento Globale appaiono anche aspetti decisamente non scientifici. A metà novembre 2010 un Hacker ha rubato dal sito della East Anglia University un migliaio di e-mail scritte tra il 1996 e il 2009 nelle quali vari esponenti di picco del Panel per il Global Warming e della rivista Nature esprimono tra di loro dubbi sulla teoria del Riscaldamento Globale, che loro stessi stanno portando avanti, e si raccontano i vari trucchi utilizzati per falsificare i dati per arrivare a dimostrare il pericolo del Riscaldamento Globale.
A questo punto qualcuno si potrebbe porre la domanda: perché tutto questo? Perché un centinaio di scienziati si é esposto, ha mentito, ha falsificato dati, raccontato balle per sostenere una teoria insostenibile? Chi li ha spinti a fare ciò? Che interessi aveva? E le Nazioni Unite per chi giocano? Per l’umanità o per alcuni potenti? A queste e ad altre domande conseguenti ognuno darà la propria risposta. Per aiutare l’analisi inserisco un dato: a Copenhaghen si é deciso che i governi di tutto il mondo dovranno spendere ogni anno l’1% del PIL per interventi contro il riscaldamento globale, che come abbiamo visto non esiste o comunque non dipende dall’attività umana. Una bella montagna di soldi, di nostri soldi.
Contemporaneamente alla teoria del riscaldamento globale sta avanzando sempre più la pubblicità di centrali nucleari per la produzione di energia elettrica; già perché le centrali nucleari non emettono la pericolosissima anidride carbonica!! Già, peccato che anche se non succede sempre come a Cernobil, le centrali rilascino scorie radioattive capaci di mutare il DNA di generazioni per centinaia di migliaia di anni. Ma il mondo nucleare ha un gran pregio per i militari: produce il prezioso plutonio, altro articolo che non serve per stare meglio ma per ammazzare.
Come diceva Renzo Arbore: “meditate gente, meditate”.
© febbraio 2017, Galileo Ferraresi